Professionalità, Affidabilità, Disponibilità, Trasparenza
Sono un avvocato specializzato nella risoluzione dei tuoi problemi di carattere penale per prospettarti tutte le opzioni di difesa possibili e i relativi costi in trasparenza e difenderti con impegno e professionalità nel tuo esclusivo interesse.
Chi sono
Avv. Ilaria Urzini
Mi sono laureata nel 2001 in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi in diritto e procedura penale e mi sono iscritta all’Ordine degli Avvocati di Milano nel 2004.
Sono specializzata con esperienza ventennale in Diritto e Procedura Penale, ovvero nella difesa rivolta ad imputati (maggiorenni e minorenni), persone offese da reato e persone giuridiche.
Assisto i clienti sia nel corso delle indagini preliminari che durante la fase di merito nonché di esecuzione della pena e, nello specifico nel campo:
- dei reati contro la persona, dei reati legati alla violenza di genere e alla sfera sessuale,
- dei reati contro il patrimonio
- dei reati stradali, specificatamente nel caso di lesioni o morti colpose da incidenti stradali, nonché di guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti
- dei reati informatici (specificatamente nel campo dei reati sessuali)
- dei reati riguardanti i minori (sia imputati che persone offese),
- della responsabilità penale in ambito sanitario e di sicurezza sul lavoro
- nel campo dei reati tributari, fallimentari e c.d. dei “colletti bianchi“;
- nella fase delle indagini preliminari per mezzo di consulenti e collaboratori specializzati nell’espletamento di INDAGINI INVESTIGATIVE DIFENSIVE sia mediante la ricezione di dichiarazioni e/o colloqui che per mezzo di accertamenti tecnici, rintraccio testimoni, assunzione di informazioni e consulenze specializzate;
- nella fase esecutiva della pena (diritto penitenziario) e nel caso di ingiusta detenzione;
- oono abilitata al patrocinio avanti la Corte di Cassazione e alle Giurisdizioni Superiori.
Sono inoltre Responsabile del Dipartimento Giustizia Penale dell’Associazione Movimento Forense Sezione di Milano, per la quale organizzo convegni nella materia penale accreditati dal CNF per la Formazione Professionale degli Avvocati.
Cosa mi distingue dai miei colleghi
Nutro una profonda passione per il diritto penale perché mi interessano le storie delle persone, a cui dedico tutto il tempo necessario per analizzarne i dettagli e studiare la migliore linea difensiva nel loro esclusivo interesse.
L’esclusivo interesse del mio cliente è la bussola del mio agire: analizzo i documenti del fascicolo e prospetto al cliente tutte le opzioni di difesa e le loro conseguenze in modo trasparente, così come prospetto i costi della difesa secondo un preventivo redatto con criteri legali.
Il costo di ciascuna fase del lavoro dell’avvocato è infatti stabilito per legge dal D.M. 55/2004, al quale mi attengo scrupolosamente per garantire al cliente una prevedibilità e sostenibilità dei costi.
Il connubio tra la professionalità del tecnico e il sincero interesse personale garantisce al cliente un’assistenza costante e precisa, foriera di molti successi.
Lo Studio
Lo Studio si occupa da oltre un ventennio in modo particolare della difesa di accusati di gravi reati contro la persona (specialmente nel campo dei reati concenenti la violenza di genere e i minori).
La difesa degli assistiti è pianificata con scrupolo fin dalle prime battute del procedimento penale con utilizzo, ove necessario e richiesto, delle indagini investigative difensive e della collaborazione interdisciplinare del difensore con esperti di altre materie strettamente connesse con il procedimento penale quali psicologi forensi, medici legali, investigatori privati ed altri professionisti specificamente individuati.
Lo scopo è quello di organizzare una difesa – non solo finalizzata a contrastare le accuse mosse all’incolpato – ma anche a cercare, individuare, investigare, reperire e documentare secondo le modalità ed i principi di legge elementi a favore dell’assistito oltre la mera contraddizione e confutazione degli elementi a carico dell’indagato/accusato.
Presso lo Studio il cliente ha l’indubbio vantaggio di poter parlare ed incontrare direttamente il titolare dello Studio che coordina e si occupa personalmente dell’attività difensiva dedicata ad ogni Persona che si è rivolta allo Studio per essere tutelata e difesa.
Ogni passaggio ed aspetto del procedimento è illustrato e spiegato direttamente dall’Avv. Urzini così come la linea difensiva e le opzioni possibili per la migliore tutela dei diritti dell’interessato.
Le comunicazioni degli assistiti vengono prontamente riscontrate e le richieste formulate a mezzo mail sono evase nel giro di poche ore.
La mia partecipazione nel sociale
a difesa dei diritti delle donne
Nel 2019 ho fondato “La Consapevolezza di Venere Onlus”, un’associazione che si occupa dell’assistenza legale (civile e penale) e psicologica alle donne vittime di violenza e sono responsabile dell’Area Legale.
L’Associazione segue diverse donne che, a seguito di un primo contatto telefonico reperibile sul nostro sito, vengono inserite in un percorso psicologico di fuoriuscita dalla violenza e, se necessario e richiesto, nel procedimento di separazione legale, di tutela dei figli minori e nel procedimento penale come parti civili ove decidano di denunciare.
L’Associazione si occupa inoltre di iniziative divulgative mediante incontri e manifestazioni e attraverso la redazione di due libri: “Venere siamo noi” e “Incastri Imperfetti”, nei quali viene spiegata la dinamica della violenza di genere e i diritti legali delle donne che ne sono vittime.
Attività
- Reati contro la persona
- Omicidio (omicidi per violenza di genere, colpa medica,
infortuni sul lavoro, omicidi stradali) - Lesioni personali
- Violenza sessuale
- Minacce
- Diffamazione
- Usura
- Riciclaggio e autoriciclaggio
- Circonvenzioni di incapaci
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- Reati familiari
- Maltrattamenti
- Stalking
- Violazione degli obblighi di assistenza familiare (mancato pagamento degli alimenti)
- Abusi su minori
- Diffamazione
- Usura
- Riciclaggio e autoriciclaggio
- Circonvenzioni di incapaci
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- Reati contro il patrimonio
- Truffa
- Furto
- Appropriazione indebita
- Estorsione
- Rapina
- Usura
- Riciclaggio e autoriciclaggio
- Circonvenzioni di incapaci
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- Reati contro la PA
- Peculato
- Indebita percezione di erogazioni pubbliche
- Corruzione
- Concussione
- Resistenza a un pubblico ufficiale
- Calunnia
- Riciclaggio e autoriciclaggio
- Circonvenzioni di incapaci
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- Reati fallimentari, societari e tributari
- Bancarotta fraudolenta
- Falso in bilancio
- Dichiarazione fraudolenta mediante mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti
- Omessa o infedele dichiarazione dei redditi o Iva
- Compensazione indebita di crediti inesistenti o non spettanti
- Usura
- Riciclaggio e autoriciclaggio
- Circonvenzioni di incapaci
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- Diritto penale minorile
- Bullismo e cyberbullismo
- Revenge porn
- Rapina
- Furto
- Estorsione
- Lesioni personali
- Rissa
- Circonvenzioni di incapaci
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1) Il reato di maltrattamenti
Questo reato si configura ogniqualvolta un soggetto maltratta una persona appartenente alla sua famiglia o comunque con lui convivente o una persona sottoposta alla sua autorità o che gli è stata affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia o per l’esercizio di una professione o di un’arte (domestici o apprendisti per esempio).
Venendo alla portata del termine maltrattamenti, secondo la dottrina e la giurisprudenza consolidate può classificarsi come “maltrattante” qualsiasi complesso di atti prevaricatori, vessatori e oppressivi reiterati nel tempo, tali da produrre nella vittima un’apprezzabile sofferenza fisica o morale, o anche da pregiudicare il pieno e soddisfacente sviluppo della personalità della stessa.
Si tratta, innanzitutto, di un reato proprio, in quanto lo stesso può essere integrato non da chiunque ma solo da coloro che si trovano in una determinata posizione rispetto alla vittima (parenti, conviventi, insegnanti, operatori socio-sanitari, datori di lavoro ecc.).
Inoltre, è un reato abituale, in quanto si configura se le condotte vengono reiterate per un apprezzabile lasso di tempo, mentre se le singole condotte (minaccia, lesioni ecc.) rimangono isolate nel tempo verranno punite dai singoli reati corrispondenti.
La pena base per il reato di maltrattamenti in famiglia è quella della reclusione da tre a sette anni.
Tale pena è aggravata in quattro ipotesi:
- se il fatto è commesso in presenza o in danno di persona minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità, ovvero se il fatto è commesso con armi, la pena è aumentata fino alla metà;
- se dal fatto deriva una lesione personale grave è prevista la reclusione da quattro a nove anni
- se dal fatto deriva una lesione personale gravissima è prevista la reclusione da sette a quindici anni
- se dal fatto deriva la morte è prevista la reclusione da dodici a ventiquattro anni.
Il reato è perseguibile d’ufficio e pertanto non è necessario procedere mediante una denuncia alle forze dell’ordine o alla magistratura ma il procedimento può essere iscritto anche a seguito di segnalazione dei vicini, degli operatori sanitari o a seguito dell’intervento delle forze dell’ordine presso l’abitazione nel corso di una lite.
Normalmente però l’impulso all’avvio del procedimento viene dato a seguito della denuncia della vittima.
Le vittime di stalking, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia possono sempre accedere al gratuito patrocinio a spese dello Stato, indipendentemente dal reddito percepito. Ciò vuol dire che verranno assistite giudizialmente da un legale il cui onorario verrà corrisposto dallo Stato.
2) Diritto penale minore
L’avv. Ilaria Urzini fornisce assistenza e difesa legale specializzata ai minori ai quali vengono contestate responsabilità per reati e che si trovano indagati o imputati in un procedimento penale davanti al Tribunale per i Minorenni.
Nel nostro ordinamento anche il minorenne può essere chiamato a responsabilità penale, se al momento della commissione del reato aveva compiuto gli anni quattordici. Ciò nonostante, in ragione delle peculiarità psicofisiche dell’imputato, che ha una personalità ancora in crescita, essendo nel pieno dell’adolescenza, e tenuto conto che, in quell’età, singole condotte illecite o atti di trasgressione non sono ancora indicativi di scelte di vita devianti o criminali, la legge ha voluto prevedere una scansione processuale, sanzioni penali e strumenti di recupero differenti rispetto al processo penale riservato ai maggiorenni; il processo penale minorile è perciò più snello, improntato alla speditezza (quantomeno nelle intenzioni), nonché volto principalmente al recupero e alla rieducazione del minorenne. Trovano quindi naturale applicazione nel procedimento penale minorile gli istituti del perdono giudiziale o della sospensione del processo e Messa Alla Prova (MAP), scongiurando così il ricorso alla ordinarie sanzioni penali (pene detentive e pecuniarie) e inducendo il minore a prendere piena coscienza delle sue azioni e ravvedersi.
Considerata la particolare vulnerabilità del soggetto rappresentato (il cliente adolescente), all’avvocato di fiducia per minori è richiesta una specifica competenza ed attenzione nel saperlo consigliare ed assistere, essendo il minore spesso sprovvisto di quel grado di maturità sufficiente a determinare la propria autodifesa.
E’ pertanto essenziale affidarsi a professionisti competenti e conoscitori del diritto penale minorile, che abbiano altresì la giusta dose di sensibilità per trattare una complessa quanto delicata procedura, per assistere e rappresentare i ragazzi e le ragazze, assieme ai loro genitori, ancora nella fase della crescita.
3) Colpa medica
Tra i diritti dell’uomo di primario rango alberga sicuramente il diritto alla salute, alla cui cura tutti tendiamo soprattutto in un Paese come il nostro dove la vita media stessa si allunga sempre di più.
In questo quadro l’eventualità di doversi rivolgere a strutture sanitarie per sottoporsi a cure, terapie ed interventi anche di una certa importanza è particolarmente elevata. Nell’approcciare dette strutture ed il personale sanitario che in esse lavora, può capitare di incappare in inefficienze di varia natura sino a quelle che finiscono per riguardare la preparazione e la capacità del medico o dell’infermiere che nell’occuparsi a vario titolo della nostra malattia dovesse incorrere in macroscopici errori, dettati da colpa grave che possano in determinati casi portare a lesioni o addirittura alla morte.
Si tratta di quei delitti di natura colposa (per lo più ricompresi all’interno del dettato normativo racchiuso negli artt. 589 e 590 sexies c.p.) che possono essere contestati ad esponenti del personale sanitario operanti in strutture ospedaliere od ambulatoriali, pubbliche o private, che nell’affrontare la problematica di salute di un determinato paziente, abbiano cagionato a costui un danno non patrimoniale a causa di una particolare imprudenza o imperizia oppure perché dimostratisi allo scuro di leggi, protocolli clinici e regolamenti, a cui sarebbe stato imposto loro di attenersi con scrupolo e diligenza massimi, in considerazione della delicatezza dei compiti loro assegnati.
Al verificarsi di uno sfortunato evento connesso con una responsabilità medica, avvalendosi in modo interdisciplinare della collaborazione di medici legali esperti nella valutazione di un errore sanitario, prima, e nella quantificazione di un’eventuale danno risarcibile, legato da un nesso di causa-effetto a quell’errore, poi, l’Avvocato Ilaria Urzini ed il suo staff di collaboratori sapranno fornire tutto il loro bagaglio di conoscenze per guidare il paziente o i suoi prossimi congiunti sino alla stesura di una denuncia querela che sia in grado di portare all’avvio di un procedimento penale per colpa medica.
4) Infortunio sul lavoro
Quando si parla di infortunio sul lavoro si intende quell’evento traumatico dovuto ad una causa violenta che si verifica sul luogo di lavoro (o nello svolgimento dell’attività lavorativa), dal quale derivi l’impossibilità a svolgere la propria mansione per una durata superiore a tre giorni.
Per questa tipologie di eventi, la legge prevede la presenza di un’obbligatoria polizza di assicurazione (prevista a seguito del D.P.R. n. 1124/1965 e, nello specifico, dal D. Lgs. n. 38/2000) volta all’indennizzo dei lavoratori che subiscono tali eventi e che va a coprire anche i cosiddetti infortuni in itinere. Questi sono intesi come gli infortuni verificatisi lungo il tragitto che il lavoratore percorre per recarsi a lavoro o, da qui, per rientrare alla propria abitazione.
Perché si possa parlare di infortunio sul lavoro è necessario che vi sia un rapporto di causalità tra l’evento che ha portato alla lesione e l’attività lavorativa.
La causa violenta prima richiamata, è quell’elemento che consente di differenziare un infortunio dalla malattia professionale (o tecnopatia), dato che entrambi portano ad una malattia del corpo come conseguenza dell’attività di lavoro.
Difatti, per causa violenta si fa riferimento ad una azione di rilevante forza, racchiusa in un breve lasso di tempo, che causa la lesione, o la morte, del lavoratore (es. non corretto montaggio di un ponteggio che determina la caduta dell’operaio e relative lesioni, o morte).
Col passare del tempo, la nozione di causa violenta ha assunto anche un’accezione più ampia e tale da ricomprendere anche le reazioni fisiche, ma anche psichiche, del lavoratore dovute a situazioni di fatica o stress in conseguenza di condizioni di lavoro inadeguate.
Si parla, invece, di malattia professionale quando la causa di produzione della lesione sia “lenta” perché è data dal protrarsi nel tempo al fattore di rischio legato alla mansione che si svolge (es. tumore derivante dalla respirazione di fumi nocivi esalati da materiali pericolosi presenti sul luogo di lavoro senza l’utilizzo di sistemi appositi di protezione).
Le responsabilità che possono scaturire da un infortunio sul lavoro possono essere: a) responsabilità penale; b) responsabilità civile; c) responsabilità amministrativa.
Venendo all’aspetto legato alle responsabilità penale per l’infortunio, la normativa di riferimento è data dal D.Lgs. 81/2008, c.d. Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, coordinato con il D.Lgs. n. 106/2009 e successive integrazioni e modificazioni. A ciò si aggiungono eventuali responsabilità del datore di lavoro per delitti (es. art. 437 c.p. e art. 451 c.p.), oltre che per le fattispecie contravvenzionali legate all’omissione delle misure di sicurezza disposte dal D.Lgs. 626/96.
Le ipotesi più frequentemente sanzionate dalla legge penale sono legate ai reati di lesioni colpose ed omicidio colposo. Come è agevole notare, trattasi di fattispecie basate sulla colpa del datore di lavoro, o degli addetti alla sicurezza sul posto di lavoro, determinata dalla mancata adozione di misure di sicurezza idonee per tutelare la salute sul luogo di lavoro.
Con riferimento alle vittime di infortunio o di malattia professionale lo Studio presta assistenza nelle controversie in materia di riconoscimento della responsabilità penale del datore di lavoro e di risarcimento del danno alla salute c.d. differenziale.
I miei casi: Igor Squeo
La mamma di Igor Squeo, morto dopo un intervento della polizia: “Voglio sapere cos’è successo”
“Prono a terra, ammanettato mani e piedi, con cinque o più poliziotti che lo tenevano bloccato”. Così i sanitari intervenuti la notte della sua morte avrebbero trovato Igor Squeo prima dell’arresto cardiocircolatorio che gli è costato la vita. Sulla vicenda la famiglia chiede chiarezza e giustizia.
Faq
E’ possibile ricevere una consulenza legale senza la necessità di un incontro di persona?
L’Avv. Urzini è sempre a disposizione per una valutazione preliminare del suo caso, sia telefonico che digitale. Tuttavia, l’incontro di persona resta la modalità più idonea a chiarire ogni dubbio e a esplorare in dettaglio l’unicità della situazione da gestire.
Lo Studio riceve di persona esclusivamente previo appuntamento?
Sì. Al fine di poter offrire la massima attenzione e di poter proporre la soluzione più adeguata a ogni singolo caso, richiediamo di poter ricevere di persona ogni cliente previo appuntamento.
In quale modo posso prendere appuntamento con il Vostro studio e quanto tempo ci vorrà per incontrarvi?
Può compilare il form e attendere la risposta entro 24 ore oppure contattare direttamente lo studio ai diversi recapiti. Fisseremo un incontro nel più breve tempo possibile.
In quanto tempo riceverò una risposta dopo aver compilato il form di contatto sul vostro sito web?
L’Avv. Urzini prende in carico e risponde alle richieste di contatto al massimo entro 24 ore.
Cosa significa che valuterete rapidamente il mio caso?
Non appena ci avrà rappresentato il suo problema, le forniremo una prima risposta circa le opzioni disponibili entro pochi giorni, compatibilmente con delicatezza e complessità della vicenda.
Quanto mi costerà la difesa penale?
I costi per ciascuna fase dell’attività dell’avvocato sono stabiliti dalla legge e l’Avv. Urzini redige un preventivo sulla base di criteri legali per una prevedibilità e sostenibilità delle spese.
E’ possibile ricevere da voi consulenza in gratuito patrocinio?
Ove in possesso dei requisiti di legge, l’Avv. Urzini svolge anche attività in gratuito patrocinio e valuterà insieme a lei la sua particolare situazione così da fornirle una risposta puntuale e precisa in merito.
L’assistenza di un difensore è sempre obbligatoria? E se non ne conosco nessuno? E se non posso permettermelo?
Per l’indagato/imputato (ovvero per colui che è accusato di aver commesso un reato) l’assistenza tecnica di un difensore è obbligatoria. Nessuno può difendersi da solo nel procedimento/processo penale né può rinunciare all’avvocato.
Se l’interessato non nomina un difensore di fiducia, gliene viene nominato uno di ufficio sulla base di appositi elenchi di professionisti che hanno superato uno specifico esame e che svolgono anche incarichi nominati fiduciariamente.
Il difensore di ufficio VA RETRIBUITO come qualsiasi professionista.
Il difensore (sia che sia di ufficio che di fiducia) verrà retribuito dallo Stato solamente se l’indagato/imputato (ed anche la persona offesa che nomina un difensore e che può ugualmente beneficiare del Patrocinio a spese dello Stato) non raggiunge un determinato reddito che – davvero a grandi linee – è quantificabile in € 12.000,00 annuali; tetto che va aumentato di circa € 1.000,00 per ogni familiare convivente, tenuto conto che nel calcolo del reddito devono essere considerati i redditi di ogni singolo familiare convivente (V. per ogni dettaglio del Patrocinio a spese dello Stato la categoria “cose da sapere”).
La nomina di un difensore di fiducia fa decadere automaticamente la nomina di quello di ufficio.
Il difensore di ufficio non può rinunciare all’incarico affidatogli.
La persona offesa NON ha l’obbligo di farsi assistere da un difensore e la legge NON prevede che per la stessa sia nominato un difensore di ufficio.
Mi è stato nominato un difensore d’ufficio. Posso rinunciare e avvalermi della sua consulenza?
È sempre suo diritto nominare un difensore di fiducia in sostituzione di quello nominato d’ufficio, anche in corso di causa. Nel caso, l’Avv. Urzini si occuperà in toto della gestione dei rapporti con il collega precedentemente nominato d’ufficio. Ci contatti per ricevere maggiori informazioni in merito.
Quanti avvocati posso nominare?
L’indagato/imputato può nominare due avvocati.
La persona offesa uno soltanto.
Quali sono le formalità per nominare un difensore di fiducia?
Le formalità sono minime.
Si può fare anche oralmente nel momento in cui ci viene chiesto dalla forze di polizia o dall’Autorità Giudiziaria che procede.
Diversamente, sarà lo stesso difensore a far sottoscrivere la nomina e a depositarla presso gli uffici competenti.
I familiari di colui che è arrestato possono nominare un difensore di fiducia per il congiunto?
Si. Il codice lo prevede espressamente.
La nomina del difensore di ufficio eventualmente nominato “decadrà” a seguito della nomina del professionista di fiducia operata dai congiunti (che avranno la facoltà di nomina fino a quando non vi provvederà direttamente l’arrestato. Una volta che l’arrestato vi ha provveduto personalmente non sarà più possibile per i familiari effettuare alcuna nomina. Naturalmente il difensore scelto dai congiunti potrà essere confermato dall’arrestato).
L’arrestato può avvertire i familiari?
Non immediatamente ovviamente; ma la legge prevede espressamente che chi viene arrestato ha il diritto di indicare alle forze di polizia un soggetto che sarà – di solito tempestivamente – contattato dalle forze di polizia medesime.
E se sono accusato di un reato ma non è stata adottata nei miei confronti alcuna misura cautelare?
L’Autorità giudiziaria, a seguito di querela o altra segnalazione per i reati procedibili d’ufficio, procede ad indagare sulla notizia di reato nei tempi stabiliti dalla legge, decidendo, al termine delle indagini preliminari, se archiviare o rinviare a giudizio.
E’ possibile che un soggetto sia indagato senza che lo stesso ne sia a conoscenza?
Assolutamente si.
Anzi, la fase delle indagini preliminari è proprio contraddistinta dalla segretezza poiché il soggetto, se messo al corrente del suo status, potrebbe adoperarsi per fuggire o per eludere le investigazioni.
C’è un modo per sapere se sono sottoposto a d indagini o se figuro quale persona offesa da un reato?
La procedura penale prevede per ogni soggetto (che suppone di essere indagato o che creda di essere stato leso da una condotta antigiuridica) la possibilità di avanzare un’apposita istanza presso un ufficio della Procura della Repubblica (nel cui territorio si pensa sia stato commesso il reato).
Entro circa venti giorni lavorativi la Procura rilascia una certificazione con l’indicazione degli estremi dell’eventuale procedimento penale a carico dell’indagato (ovvero il numero di RGNR ovvero il numero con il quale il procedimento è iscritto nel Registro Generale Notizie di Reato nonchè il reato ipotizzato ed il nome del PM che indaga).
E’ importante sapere che la comunicazione NON è prevista per alcune ipotesi di reato particolarmente gravi (vi è, in sostanza, un principio di segretezza maggiormente tutelato vista la delicatezza delle indagini per alcune fattispecie di reato).
Quando potrò prendere visione degli atti di un procedimento penale che mi riguarda?
Solitamente l’indagato potrà prendere visione degli atti che lo riguardano al termine della fase delle indagini preliminari quando gli viene notificato – unitamente al difensore – l’avviso di conclusione delle indagini preliminari (V. nel sito in “cose da sapere”) secondo il disposto dell’art. 415 bis c.p.p..
A partire dalla data della notifica, l’indagato ha venti giorni di tempo per consultare tutto il fascicolo, chiederne copia, chiedere di essere interrogato, produrre documenti e memorie, indicare al PM nuovi atti di indagine (evidentemente a suo favore).
La richiesta di interrogatorio è vincolante per il PM che DEVE sentire il richiedente.
Entro quanti giorni è possibile sporgere validamente una querela?
Per i reati per i quali non è prevista la procedibilità di ufficio ma solo su istanza della vittima che chiede la punizione del colpevole (la querela, appunto) vi sono tre mesi di tempo (il codice parla proprio di tre mesi e non già di 90 giorni) per presentare la denuncia-querela.
Decorsi i tre mesi, i termini sono scaduti e la denuncia querela non è validamente sporta con la conseguenza che non si procederà nei confronti del presunto responsabile.
Il querelante potrà chiedere di avvisato nel caso il Pm decida di archiviare le accuse a carico del querelato e potrà costituirsi parte civile nel successivo giudizio.