Quando l’affiancamento non basta: le implicazioni della Sentenza Cassazione Penale n. 22843/2025

In tema di sicurezza sul lavoro, la Corte di Cassazione Penale ha emesso un importante richiamo nella sentenza n. 22843 del 17 giugno 2025: l’affiancamento a un collega esperto non esime il datore di lavoro dal dovere di formazione formale e documentata.

Questa pronuncia ha conseguenze significative, sia per le imprese che per i singoli lavoratori, e sottolinea l’importanza di strategie concrete per la gestione del rischio.

I fatti

Un lavoratore neoassunto ha subito un grave infortunio utilizzando una macchina troncatrice. L’azienda aveva predisposto un affiancamento con un collega esperto, ma non aveva fornito una formazione strutturata e documentata.

Il Tribunale aveva inizialmente escluso responsabilità penale del datore di lavoro, ritenendo che l’errore fosse imputabile al lavoratore. La Cassazione ha ribaltato il giudizio, sottolineando che:

  • La semplice supervisione di un collega esperto non sostituisce la formazione specifica.

  • La responsabilità del datore di lavoro resta concreta anche in caso di imprudenza del lavoratore, se l’attività rientra nelle mansioni affidate.

  • La corretta documentazione della formazione e dei protocolli di sicurezza è fondamentale.

Implicazioni per le imprese

Questa sentenza evidenzia la necessità di:

  1. Programmi formativi robusti – ogni nuovo assunto deve ricevere formazione specifica, aggiornata e documentata, relativa ai rischi dei macchinari e dei processi aziendali.

  2. Gestione del rischio economico e reputazionale – la responsabilità penale può tradursi in danni economici, perdita di contratti e danni di immagine.

  3. Compliance documentata – DVR, POS e piani di formazione devono essere completi, tracciabili e pronti a dimostrare la diligenza aziendale.

  4. Strategia preventiva – monitorare le sentenze come questa permette di rafforzare la governance interna e ridurre l’esposizione futura a contenziosi.

Implicazioni per i privati / vittime

Per i lavoratori e le vittime di incidenti sul lavoro, la sentenza rappresenta un chiaro riferimento per la tutela dei propri diritti:

  1. Valutare responsabilità – dimostrare eventuali omissioni del datore di lavoro nella formazione e nella sicurezza.

  2. Richiedere risarcimenti – avere strumenti per ottenere compensazioni economiche e supporto nella gestione delle pratiche assicurative.

  3. Supporto legale completo – affrontare la complessità del percorso giudiziario con un approccio strategico e orientato alla tutela personale.

Perché questa sentenza è cruciale
  • Ricorda che la responsabilità penale del datore di lavoro non si limita a negligenza evidente: anche omissioni nella formazione possono avere conseguenze legali rilevanti.

  • Sottolinea l’importanza di strategie integrate che tutelino al contempo interessi economici, continuità operativa e sicurezza dei lavoratori.

  • Offre un riferimento chiaro per chi deve gestire o prevenire contenziosi, sia come impresa sia come persona coinvolta.

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